martedì 29 dicembre 2015

Lui era una promessa del calcio, lei aveva un lavoro fisso: ora vivono nei boschi

Lui ha 36 anni, con alle spalle un futuro assicurato nel mondo del calcio cui però ha rinunciato, stupendo non pochi appassionati del pallone  Lei ne ha 28 e ha deciso di lasciare il lavoro fisso alla Cospalat per trasferirsi definitivamente sulle alture di Faedis.
 È una sfida, la loro, di quelle che danno nuova speranza alla montagna transfrontaliera del Friuli; che racconta come anche in quota, tra i boschi, si può e si deve fare economia, turismo e vivere bene, senza sentirsi isolati. 


Siamo a Clap, un borgo a 684 metri sul livello del mare che in passato era densamente popolato e oggi conta solo la chiesa e alcune belle abitazioni ristrutturate seguendo la tradizione architettonica tipica locale, da cui si gode una vista mozzafiato sulla pianura friulana, fino ad accarezzare con lo sguardo la linea del mare, nei giorni in cui l’aria è tersa.  A due passi dall’edificio sacro sorge anche l’azienda agricola di questi due coraggiosi ragazzi, Luca Pantanali e Stefania Mattieligh, lui originario di Zugliano di Pozzuolo del Friuli, lei del centro di Faedis. Sono gli unici abitanti stabili di questo suggestivo borgo che vogliono trasformare in punto di attrazione per gli amanti del turismo slow, che prediligono le vacanze in relax, nel verde, a contatto con una natura rimasta incontaminata.  Dopo aver concluso gli studi di agraria, con l’aiuto della sua famiglia Luca ha deciso di seguire la sua passione per gli animali e per la vita all’aperto.«Non importa la fatica, non importano le tante ore di lavoro e i mille cavilli burocratici - dice -; questa è la mia dimensione e da sette anni lavoro duro per trasformare il sogno in realtà».  Senza rimpianti
Al suo fianco, da qualche tempo, la fidanzata Stefania: «non rimpiango la mia occupazione precedente - sottolinea -. Clap è un luogo magico, meraviglioso. L’avessi saputo prima avrei fatto questa scelta già qualche anno fa».  Il recupero di un angolo di montagna
Pantanali ha rimesso a nuovo un immobile che un tempo era di proprietà di un sacerdote del posto. Qui la coppia si dedica all’allevamento di capre, asini, conigli e maiali; cura l’orto, i frutteti, si occupa di tenere il bosco in ordine anche per ottenere una buona materia prima per il riscaldamento nei mesi freddi. A far loro compagnia cani, gatti e anche qualche tartaruga. L’obiettivo è di offrire il meglio di Clap a chi non lo conosce, attraverso la creazione di un alloggio agrituristico dove mettere in tavola i prodotti del lavoro nelle stalle e i frutti di una terra generosa, anche se arrampicata sulle montagne: salame di pecora affumicato, soppressa, ossocollo, lardo, primi a base di cereali integrali e verdure di stagione.

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